L’EoE NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI

Elaborazione grafica da testo, Rif. 2-4.
Disturbi tipici dell’Esofagite Eosinofila (EoE)
I segni e i sintomi dell’EoE variano in base all’età del paziente:1
L’EoE può compromettere seriamente la qualità di vita dei pazienti, con effetti che aumentano con la gravità della malattia.6,7,12
L’aspetto quotidiano maggiormente influenzato dalla malattia è sicuramente l’alimentazione; i pazienti devono, infatti, seguire una dieta piuttosto restrittiva, in quanto l’elenco di alimenti da evitare è in continuo aggiornamento.7
Senza rendersene conto, alcuni pazienti sviluppano dei comportamenti adattativi alle abitudini alimentari per mascherare i sintomi dell’EoE e ridurre l’impatto emotivo che questi possono provocare.2,7
Da un punto di vista psicologico, i pazienti tendono a sviluppare stress, ansia e depressione, correlati alla paura della progressione e della gestione della malattia.5,7
I pazienti possono avere difficoltà a partecipare alle attività sociali, scolastiche e lavorative, come pure a praticare hobby e attività ricreative.5
Cosa riferiscono i pazienti con EoE:5
Isolamento sociale
Preoccupazione
Frustrazione
Disagio
Depressione/ansia
Stanchezza/ansia
Riduzione dell’appetito
Disturbi del sonno
Riduzione dei livelli di energia
Vivere con l’EoE
Al fine di compensare i sintomi della patologia ed evitarne gli episodi più gravi, quali il blocco del cibo, la maggior parte dei pazienti modifica il proprio comportamento alimentare (e non).7
Di seguito una lista di esempi di comportamenti adattativi alla patologia:3,6,7-9
- prediligere cibi morbidi o liquidi;
- tagliare il cibo in piccoli pezzi per favorirne la deglutizione;
- impiegare più tempo degli altri a finire i pasti ed essere tipicamente l’ultima persona ad alzarsi da tavola;
- bere molta acqua durante i pasti per facilitare la deglutizione;
- ammorbidire alcuni cibi che risultano più duri;
- masticare di più o più a lungo per deglutire il cibo senza difficoltà;
- mangiare lentamente;
- evitare di andare a mangiare fuori e/o ricorrere a scuse per non mangiare in pubblico.

Questi comportamenti, sfortunatamente, oltre a compromettere la qualità della vita, possono contribuire a ritardare la diagnosi della malattia.7,8,10
Come viene diagnosticata l’EoE?
La diagnosi di EoE da parte di un medico specialista avviene attraverso tre step:1,9

Valutazione clinica
Lo specialista valuta la presenza di eventuali sintomi associati alla patologia.11

Valutazione endoscopica
L’endoscopia dell'esofago serve a rilevare le alterazioni dell'esofago associate alla patologia.1,8
Sono possibili alterazioni dell’esofago anche in assenza di sintomi, motivo per cui è importante effettuare in ogni caso un esame endoscopico.13

Valutazione istologica
Durante l’esame endoscopico vengono prelevati campioni di tessuto (biopsia) esofageo che, quindi, vengono esaminati al microscopio per verificare la presenza e il numero di eosinofili, importante segno della presenza di EoE.1,8,9

Ritardo diagnostico
Ottenere una diagnosi di EoE - dalla comparsa dei primi sintomi - è spesso problematico, in quanto i segni della patologia sono sovrapponibili a quelli di altre patologie gastriche (per esempio, il reflusso gastroesofageo).3,10
Questo, insieme ai meccanismi di compenso alla patologia che direttamente e/o indirettamente possono essere messi in atto dai pazienti, si traduce in un tempo mediano alla diagnosi compreso tra 4 e 11 anni.5,10
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MAT-IT-2401723